La vittima ha 47 anni, sposato e padre di due bimbi
Potrebbe esserci stata una perforazione dell’intestino

SALERNO — Il ricovero in ospedale a Nocera Inferiore per un intervento di colecisti in laparoscopia, considerato di routine, si trasforma in dramma: un 47enne muore a distanza di cinque giorni da due operazioni e il trasferimento d’urgenza in Rianimazione. I familiari hanno presentato una denuncia in Procura. Alla base del decesso di Aldo A., nocerino, sposato, padre di due bambini, avvenuto ieri mattina intorno alle 12, vi sarebbe una probabile perforazione dell’intestino causata dalla tecnica mininvasiva eseguita nel reparto di Chirurgia d’urgenza. Un protocollo medico moderno, eseguito quotidianamente, finito ora all’attenzione di due inchieste: quella interna all’ospedale Umberto I; l’altra della magistratura. E il sostituto procuratore Federico Nesso, titolare dell’indagine, ha già dato disposizioni ai carabinieri di sequestrare le cartelle cliniche del paziente. I militari, nel pomeriggio di ieri, hanno bussato alla porta dei dirigenti ospedalieri per avere l’intera e necessaria documentazione; i vertici dell’Umberto I, dal canto loro, hanno provveduto ad informare il management dell’Asl Salerno per fare luce sul decesso. Che ha fatto scattare la denuncia dei familiari, visibilmente scossi, decisi a rivolgersi alla magistratura per avere risposte e capire cosa possa essere accaduto.

LA VICENDA – Aldo A. era giunto nel secondo ospedale più grande del Salernitano il 16 settembre scorso. Un intervento programmato da tempo, una colecistite eseguita in laparoscopia; ovvero: non si apre l’addome ma il chirurgo si serve di apposite cannule adatte all’aspirazione. Tutto era pronto; preparato il paziente, l’operazione riesce. Poi, nei giorni successivi i primi sintomi di una probabile infiammazione: febbre, debolezza. Si corre ai ripari, si cerca di operare e capire. La situazione precipita. Il 47enne viene trasferito in rianimazione. Non c’è nulla da fare. Una probabile perforazione dell’intestino ha compromesso il quadro clinico. L’uomo muore. I familiari denunciano. Un esposto che va ad aggiungersi alla lunga lista di richieste di chiarezza che i cittadini chiedono alla magistratura. L’ultimo, in ordine di tempo, nel luglio scorso per il decesso di un cacciatore ricoverato per un intervento, anch’esso programmato, di ricongiunzione intestinale. Una serie di tre diversi interventi culminati con il decesso del 48enne di Corbara.